BETTELMATT SKYRACE (sabato 14 luglio 2018)
Parola dal suono duro e contestualmente magico
di Alessandro Zaro
E così la sua gara, la famosa “Bettelmatt”, dura nelle sue 3 gare (52 km, 35 km e 23 km), magicamente meravigliosa per i suoi panorami e paesaggi.
Il tutto prende il via da Riale, alta Val Formazza, poco dopo le cascate del Toce. Là in alta quota, dove le strade non vanno avanti più, là ove le cime dei monti e i loro crinali segnano il confine fra l’Italia e la Svizzera, là in quel territorio così incuneato in quello elvetico sino a essere uno dei punti più a nord dell’Italia, là ove le poche case testimoniano una storia di popolazione Walser, gente di montagna, gente integrata nella sua montagna.
La corsa: partenza con spalle alla diga. Passato da qualche centinaia di metri l’arco della partenza si svolta a sinistra, si passa il “famoso ponticello” e si prende subito la mulattiera che porta a salire, salire e salire. Dall’alto si vede l’area partenza sempre più piccola che mano a mano si allontana. Il sentiero ampio è interrotto da direttrici molto ripide e stratte che tagliano il sentiero principale. Dopo tal fatica, si è giunti al primo vertice, per riprendere, dopo circa 4 km, un sentiero ampio, “jeeppabile” che, seppur in costante ascesa, permette di correre ad un discreto ritmo costante.
Dal percorso si vede prima il lago Castel, poi si costeggia il rifugio Maria Luisa e quindi per tutta la sua lunghezza il lago di Toggia sino ad arrivare al Passo di San Giacomo.
Qui la svolta a sinistra segna un cambio repentino di paesaggio e sentiero. Ora il percorso gara è stretto, caratterizzato da impegnativi sali e scendi; questi costanti portano a correre con molta attenzione e fatica.
Si è sul crinale dei monti che delimitano la Val Corno. Si è sul confine di stato e dall’alto si domina, alla destra ed in fondo, la valle Elvetica. Da qui si vede qualche bandiera rosso crociata e si ode, dall’alto di sua maestà La Montagna, il suono di strumenti musicali alpini provenire da qualche rifugio. Ogni tanto si ode anche qualche campanaccio di mucca.
Il sentiero, lungo e impegnativo, posto fra i 2.300 e 2500 metri di altezza, ci presenta diversi tratti tuttora innevati da attraversare con le resistenti scarpe del buon trailer.
Qui tutto è così incantevole: la vista aperta sull’orizzonte, le vette accanto come baluardi a protezione e il cielo toccato con un dito. L’altitudine non presenta alberi, solo prato e pietre di una montagna erosa dal tempo e dal suo clima rigido.
Eccomi circa al km 15!!!Eccomi al passo del Gries, cima Gries!!!!!
Strani pensieri distraggono la mia mente, sino ad allora concentrata sulla corsa. Gries, strana sensazione di casa, qui dove nasce il Fiume Ticino che scorrendo dolcemente arriva sino al paesino giù nella pianura dove si trascorrere la quotidianità. Gries, finalmente il 95% della salita è alle spalle, ora la discesa!!!
E che discesa…. Molto tecnica, ripida e impegnativa!!!!
Dopo un bel po’, la discesa è inframezzata dalla piana del Bettelmatt, ove è collocato l’ultimo ristoro e quell’ unico edifico di conservazione formaggi. Dopo la piana inizia l’ultimo tratto in salita, breve ma impegnativo. Al che il percorso continua con l’ultima parte di discesa tecnica.
Ormai sono gli ultimi 4 km che portano prima a costeggiare il lago di Morasco, successivamente la sua diga, dall’alto della quale si scruta la zona di arrivo. Già l’arrivo ….. , a quel punto visto come un miraggio, sembra vicinissimo ma ancora 2 chilometri di distanza ci dividono.
Distanza che piano piano si riduce sino al momento di ritoccare l’asfalto per l’ultimo chilometro.
2^ mia Bettelmatt. Cara Bettelmatt quanto sei impegnativa, ma altrettanto quanto sei affascinante, emozionante e coinvolgente.
13 e 14 luglio 2019, cara Bettelmatt fammi rivivere queste sensazioni. Sei e resterai per me fra le gare più belle.