I SanMarchini raccontano

LA PASQUA 2020 DEI SANMARCHINI

di Antonio Erre

La Pasqua 2020 dei Sanmarchini
Le giornate viste dalla finestra, in reclusione coatta, bevendo le notizie dalla TiVù,
sperando che l’incubo abbia termine, questa undicesima piaga biblica arrivata
fuori tempo massimo, ma che stavolta non se la prende solo contro i primogeniti
maschi dell’Egitto, ma ha voluto allargare il suo giro.
Aspettando l’appuntamento serale con il capo della Protezione Civile che
snocciola i numeri dei nuovi contagiati,
trepidando per i morti, “fortunatamente” sempre meno,
e intimamente gioendo per i guariti, che aumentano gradatamente.
Pasqua passa senza Pasqua, cioè senza tutto il corollario di funzioni religiose,
senza il lavaggio dei piedi, senza la Passione messa in scena dal vivo, col
Centurione cattivo, col grugno arcigno, che flagella un povero Cristo, mentre le
tre Marie si disperano.


Al posto della allegra Resurrezione, ci ritroviamo:
Cricetare, verbo nuovo dovuto all’Evoluzione del corona virus, per cui:
c’è chi corre di nascosto; e con malizia vi spingereste a pensarlo sui sentieri
ciclabili, in incognita, rischiando la multa, invece semplicemente rulla nel giardino
di casa, in regola con le leggi e con la coscienza.
Chi si industria a ricavare un circuito in casa spostando la mobilia, seconda sedia
a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al cucinino. Avanti e indietro, e poi
di nuovo, come un meccanismo inceppato.
Chi riesce fra androne e cortile a confezionare sul garmin un gomitolo talmente
intricato di fili da racimolare i ventun km necessari per la Mezza.
Chi invece nel cortiletto prepara la Maratona…tutta la Maratona piena, e mi
stupisce con la precisione dei suoi calcoli. Vediamo: su un risicato perimetro di 18
metri, dovrà girare, mi dice, per 2.344 volte, fino allo sfinimento. Mi chiedo chi gli
farà da contagiri (con il rischio di addormentarsi), affinchè non siano ne’ di meno,
ne’ di più. E tutto questo ti sembrerà strano/ E a pensarci, che pazzia!!/ Ma non è
un’invenzione /e neanche un gioco di parole/ E se ci credi ti basta, se no chiedi a
lui, a Super Mario.
E quello che ha ricavato la sua palestra su e giù per le scale dei cinque piani del
condominio? Che dire? Come meravigliarsi se la anziana vicina di pianerottolo ha
chiamato la Croce Rossa credendolo impazzito? Ma lui imperterrito ha continuato
ad allenarsi.
Abbiamo bisogno della Valle Olona, per scorrazzare e sfogarci nella più sfrenata
libertà, al più presto, ora, o al mattino, o al crepuscolo, con l’ombra lunga che ti
segue tenendo pazientemente la tua stessa velocità. Nella Valle di Josafat non ne
avremo più né voglia, né bisogno.
Reggerà il tapis roulant del nostro Sanmarchino fino alla fine del flagello biblico?
Sono in tre in famiglia a strizzarlo tutti i giorni per ore. Il tappetto mostra già segni
di logorio. Meno male che in disparte ci sta lei, la cyclette, modesta e timida,
ancora impolverata, che all’occorrenza potrà supplire, ma solo in extremis, la
mancanza dei chilomtri del tapis.
Un abbraccio forte alla Super Gazzella Sanmarchina che si è ammalata nel suo
lavoro di altruismo in corsia. Forza Cri!!!