I SanMarchini raccontano

CORRO ERGO SUM (SEMICITAZIONE)

di Enrico Traietta

Questo vale per tutti i Runners? Corro  quindi sono?
Davvero la corsa è così fondamentale nella nostra vita,
oppure è una parte importante assieme a tante altre?
In questi giorni ho letto tanti bei racconti sulla bella passione di noi San Marchini per il nostro sport, chi si ingegna nell’ allenarsi in casa, chi corre di nascosto, chi si dedica a discipline alternative; oggi vi voglio raccontare la mia quarantena Premessa dovuta, la mia quarantena da Running dura da più di un anno, causa un fastidio al ginocchio che ho aspettato di smaltire e poi deciso di non affrontare. la mia quarantena dovuta al coronavirus quindi dal punto di vista della corsa è stata molto meno dolorosa di quella di molti di voi. Questa brutta  epidemia che è piombata come una spada di Damocle su tutti noi è però anche una grande, anche se indesiderata, occasione di riflessione e cambiamento; personalmente ne ho approfittato per poter  rallentare, riacquistare consapevolezza con la mia vita, spesso dedita a ritmi frenetici dettati dal lavoro e dai mille impegni; mi sono scoperto appassionato di cucina, assieme alla mia compagna Loredana, esploriamo percorsi di cucina senza glutine e senza Latte che ci da molte soddisfazione e anche un benessere fisico a nostro avviso migliore. 

Viviamo il giardino condominiale con la nostra cagnolina Briciola, super felice della nostra costante presenza , prendiamo maggior famigliarità con i nostri condomini, intrecciando rapporti interpersonali , ovviamente a distanza di sicurezza, prima forse colpevolmente trascurati, mi dedico con assiduità allo yoga che ritengo un ottima disciplina che consiglio come complementare alla corsa, dona capacità respiratorie e di flessibilità articolare per me prima sconosciute, leggo e faccio lavori in casa che ho tralasciato per lungo tempo e infine penso, guardo il mondo che scorre alla Tv, sui social e le rare volte che esco per fare la spesa e da qui rifletto; ultimamente mi sono soffermato sulla diatriba dei runners “untori” e devo veramente stigmatizzare questo accanimento verso la nostra categoria,
da cui ahimè sono un po’ fuori, però penso anche, siamo totalmente onesti con noi stessi? Chi mi conosce sa che spesso nella mia carriera podistica sono stato alcune volte fermo al palo, un po’ per pigrizia un po’ per infortunio,  ma sempre spettatore innamorato di questo sport, così ho potuto osservare i miei amici corridori e capire che forse non siamo sempre così onesti con noi stessi come pensiamo. Ho letto mille descrizioni positive riguardo ai podisti e le condivido tutte in pieno dalla prima all’ultima, ma ho visto omettere qualche nostro vizietto che in periodi come questi potrebbe essere dannoso alla comunità; quante volte abbiamo trascurato segnali che il nostro fisico ci inviava pur di correre una gara, oppure fare quell’ allenamento in vista della maratona ligi ai motti che spesso ci ripetiamo come mantra “non esistono condizioni sfavorevoli, ma runners arrendevoli”  “corri quando puoi , cammina quando devi, striscia se serve, ma non mollare mai” quanti maratoneti traballanti ho visto arrivare ai traguardi, quante persone fare allenamenti al di sopra delle proprie possibilità neanche fossero dei professionisti. In un periodo come questo dobbiamo essere veramente forti, capaci di ridimensionarci per poter rilanciarci quando si potrà tornare alle gare; allora prima di lamentarci perché non corriamo dovremmo domandarci se saremmo capaci di rallentare, di percorrere qualche km meno dei nostri soliti lunghi, di correre da soli e non col solito gruppetto di amici, “se vale la pena rischiare di creare una distrazione al sistema sanitario già sotto stress per magari un infortunio  dovuto ad una corsetta non necessaria” La corsa ci rende migliori o senza la corsa non saremmo nulla?

Corro ergo sum o Sum ergo Corro?